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La Pastorale dei ragazzi e dei giovani
Per la pastorale dei ragazzi e dei giovani già si fa molto, e molto di più bisognerebbe
fare. A me pare questo uno dei campi nei quali la nostra Chiesa deve decisamente proporsi
un'azione più estesa e convinta.
È opportuno richiamare prima di tutto alcune persuasioni fondamentali, che vogliamo qui
proporre schematicamente.
I ragazzi e i giovani non vanno solo compresi, vezzeggiati, inseguiti: vanno anche
educati, cioè aiutati a diventare uomini veri e cristiani coerenti.
La comunità cristiana ha il diritto e il dovere di attendere direttamente
possibilmente in accordo con le famiglie a questa opera educativa, che non è
un'azione di supplenza da abbandonare il più presto possibile alle cure delle
organizzazioni civili, ma un irrinunciabile funzione ecclesiale.
L'educazione dei ragazzi e dei giovani appartiene ai doveri propri e normali del sacerdote
in cura d'anime, il quale prima e più che a forme di vita e di assistenza di loro
natura eccezionali, e perciò connessi con particolari carismi deve mirare
all'assolvimento di questo suo compito primario.
E importante che sorgano in tutte le comunità cristiane gruppi giovanili animati da una
fede schietta e vivace. Ed è anche importante che questi gruppi giovanili non siano
mantenuti entro l'orizzonte ristretto della parrocchia, ma si aprano su aggregazioni più
vaste. Il che può comportare qualche difficoltà e qualche sacrificio della realtà
pastorale locale, ma da maggiori garanzie di stabilità, di continuità, di capacità di
incidenza nella vita sociale.
Il mio augurio è che la nostra Chiesa conosca un rifiorire delle associazioni giovanili
di Azione Cattolica, che esplicitamente e con fierezza si qualifichino come tali, e al
tempo stesso una più significativa presenza dei grandi movimenti ecclesiali che hanno la
fiducia del vescovo e della Sede Apostolica.
La pastorale dei ragazzi e dei giovani è tra le più ardue e spesso tra le meno
gratificanti attività di apostolato.
Ma in questo settore più che in ogni altro, è necessario saper dar credito alla forza
affascinante e trasformante del Vangelo e alla divina energia con la quale lo Spirito Santo sa lavorare nei cuori, secondo
tempi e ritmi che lui solo conosce. Qui soprattutto dobbiamo lavorare nella speranza.
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